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le tabelline “Bisogna impararle a memoria, non c’è altro metodo”

Testo completo su La Repubblica >> La svolta con il numero zero ma vi svelo il mio trucco, di P. Odifreddi.
omissis
Le tabelline hanno anche una data di nascita: il 628 dopo Cristo. Un indiano di nome Brahmagupta scrisse un trattato di aritmetica nel quale introduceva nel sistema decimale il numero zero. E fece capire al mondo che quello che mancava ai romani e ai greci era appunto lo zero! Con lo zero tutto sarebbe stato più semplice. È stato inventato dagli indiani, non dagli arabi. Avendo le cifre dall’uno al nove, e aggiungendo lo zero, si potevano scrivere tutti i numeri possibili. Nel suo trattato Brahmagupta dimostrava come si potevano fare le operazioni aritmetiche usando soltanto le dieci cifre. L’unica cosa che ti serviva sapere erano le tabelline, dallo zero al nove. Se le conosci a memoria, sei in grado ad esempio di moltiplicare qualsiasi numero, perché il sistema prevedeva di moltiplicare due cifre per volta.
Era una rivoluzione, e come tale, all’inizio fu avversata. Lo studio delle tabelline e del sistema decimale fu introdotto fin da subito nelle scuole indiane, poi verso l’Ottocento la corte persiana lo fece adottare a tutto il mondo arabo. E finalmente, da buoni ultimi, arrivò in Europa grazie al matematico toscano Leonardo Pisano detto il Fibonacci.
L’accoglienza fu tiepida. Gli studiosi si divisero tra i sostenitori del nuovo metodo e i difensori dell’antico pallottoliere. Una diatriba che è andata avanti per due-tre secoli, tanto che ancora nel 1499 a Firenze veniva emanata un’ordinanza che proibiva sul territorio l’uso del sistema decimale, perché lo zero si poteva falsificare! Poteva diventare un sei o un nove con una piccola aggiunta fraudolenta, e dunque lo ritenevano poco sicuro per tenere la contabilità. Ma con l’arrivo della stampa, dal sedicesimo secolo in poi, non ci fu niente da fare: le tabelline diventarono un pilastro dell’educazione in ogni scuola. Bisogna impararle a memoria, non c’è altro metodo. Se proprio siamo pigri, impariamo almeno quelle fino al cinque e utilizziamo le dita delle mani per fare le moltiplicazioni. Supponiamo di voler calcolare 7×8. Il metodo è questo: si tolgono cinque unità a entrambi i fattori, quindi si alzano sulla mano sinistra due dita (cioè 7-5), sulla mano destra tre (8-5). Si sommano le dita alzate e si hanno le decine: 5. Poi si moltiplicano le dita che sono rimaste abbassate, quindi tre nella mano sinistra e due nella destra: 2×3 fa 6, è questa la seconda cifra va aggiunta alle decine. Risultato: 56.

In ogni caso, non ci dobbiamo lamentare delle tabelline perché a noi ci basta conoscere quelle dallo zero al nove. Se fossimo babilonesi, che avevano un sistema numerico a base sessadecimale, dovremmo impararle dallo zero al cinquantanove.

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